La settimana di tour che si è appena conclusa ha acceso i riflettori su un pezzo di Valcuvia ricco di tesori, a volte conosciuti e altre riscoperti. Su e giù per le strade che si diramano dalle vie di grande comunicazione di fondo valle emergono panorami, sapori, momenti sociali e passioni che ondeggiano tra il passato e il futuro.
Cittiglio ha piccoli angoli da scoprire come le sue bellissime cascate e la sua Vararo resta sempre una scoperta. Nella piccola frazione c’è ancora chi ama vivere a contatto con la natura e di cose semplici. Si trova l’aria buona e le antiche tradizioni. C’è chi vive di allevamento e agricoltura e chi coltiva rose.
Gemonio ha il cuore nella sua piazza. Come una volta, è lì che ci si incontra. Ha tante attività, piccoli artigiani e porta alto il nome di grandi artisti. Ma sono le persone con tanta voglia di fare a fare la differenza.
Sangiano ti avvolge con la bellezza dei suoi panorami sul lago Maggiore e ti stupisce perché qui è stato aperto uno dei primi supermercati in Lombardia, parliamo del 1975.
Caravate sorprende col suo mulino, la frutta saporita, le aziende agricole che producono anche ottimi salumi, la pista ciclabile tra i campi di mais e le feste dedicate al cibo prodotto localmente.
Cocquio Trevisago si nasconde con le sue tante trattorie e osterie sparse per le varie frazioni. Si respira la passione del trasformare la materia prima con cura. Tante le sagre e gli appuntamenti all’aperto, anche in autunno con le domeniche caldanesi, momenti dove gastronomia e socialità si incontrano grazie alla forza dei tanti volontari che ravvivano le tradizioni. Qui abbiamo scoperto che i ravers non hanno inventato nulla visto che le feste, anche notturne, nel bosco si facevano già prima della Seconda Guerra Mondiale.
Azzio stupisce per le sue storie particolari. C’è un agriturismo vegetariano con un orto piantato e curato seguendo lo zodiaco, c’è un caseificio costruito con legno e ballino di fieno e c’è una pizzeria che prepara impasti a base di farina di canapa.
Orino è un piccolo gioiello dove le strade del centro non sono asfaltate ma lastricate di porfido, l’amministrazione ha irato vita ad una qualità di mela che stava per scomparire (la mela poppina) e il presidente della Pro Loco spinge per la coltivazione della canapa per uso alimentare.