Il Saronnese è da sempre un’area della provincia di Varese che si sente poco varesina. E anche queste sei tappe del 141Tour dedicato ai temi di Expo lo dimostrano: tantissime le persone incontrate che lavorano in questa zona, ma che provengono da una delle tre provincie confinanti: Como, Milano, Monza e Brianza. Un’area quasi omogenea, dalla forte tradizione industriale, ma che non ha dimenticato il proprio passato agricolo. Anzi, sembra quasi che negli ultimi tempi siano molte le realtà che stanno cercando di recuperarlo. Come le grandi aziende cercano sempre più un rapporto col territorio.
Siamo partiti lunedì da Caronno Pertusella. Un ex paese diventato città in pochi anni: nel giro di un decennio è passato da 12 a quasi 20mila abitanti. Le grandi aziende sono venute meno a favore di una vocazione più vicina a un satellite milanese. Le aree agricole ci sono, si dedicano con passione alla terra, e simbolo di questa conservazione è il Parco del Lura, nato proprio per proteggere queste aree.
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Il secondo giorno è toccato a Origgio, paese che ha riservato qualche sorpresa. Infatti una semplice festa, che si svolge ogni 25 aprile da decenni, è il motore di una cultura cittadina che permette al paese di non perdere la propria vocazione contadina. E così ci sono molti agricoltori orgogliosi di esserlo, nonostante le difficoltà, oltre a schiere di volontari che hanno persino aperto un museo dedicato agli attrezzi di una volta.
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Ben altra situazione a Uboldo, paese che appare vivo, con commercianti che si muovono con diverse iniziative, collaborando spesso con associazioni e amministrazione comunale. È una dimostrazione di comunità il “Palio delle contrade”, gestito, caso più unico che raro, da giovani e anziani insieme, creando una fortissima e amicale competizione che contagia tutto il paese. Questo valorizza anche le attività in vista di Expo.
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Saronno è invece una città dalla forte tradizione industriale. Di questo non ci sono più i fasti di una volta, ma i saronnesi cercano comunque di non perdere la loro storia. Vi è quindi, da parte delle aziende rimaste dal punto di vista alimantare, una particolare attenzione al territorio, come la Lazzaroni e o la Illva che producono i rinomati biscotti o il noto liquore che porta il nome della città in tutto il mondo. Entrambe le aziende, tengono molto a Saronno e non hanno alcuna intenzione di andarsene.
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Gerenzano sembra invece una caso a parte. Troppi negozi chiusi, poche iniziative, rendono il paese piuttosto chiuso, forse anche a causa della sua collocazione geografica. Il Parco degli Aironi è l’eccellenza che potrebbe essere maggiormente valorizzata per far sì che il territorio ritrovi maggiormente il proprio rapporto con la terra.
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Cislago, infine, è un paese a sé sulla Varesina. Tante le aree verdi, dove è nato anche il Parco del Rugaredo, ma allo stesso tempo è attraversato e “cannibalizzato” (come ha detto il sindaco Biscella) da una strada nuova come Pedemontana e dalla futura Varesina Bis. Nonostante ciò la tradizione di un lavoro manuale a contatto con la natura, cerca di resistere.
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